La Contabilità Mentale

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La Contabilità Mentale

Pregi e difetti su come interpretiamo il denaro

Durante un’ intervista nel backstage del film “La Giuria”, Gene Hackman raccontò una storia divertente sul suo compagno di set Dustin Hofmann.
Quando erano entrambi al principio della loro carriera, Hofmann invitò Hackman nel suo appartamento, chiedendogli un prestito di 5 dollari per comprarsi qualcosa da mangiare.
Guardandosi intorno, Hackman vide 3 barattoli, ognuno con un’etichetta attaccata (“Affitto”, “Libri”, “Divertimento”) pieni di soldi, mentre solamente quello etichettato con “Cibo” era completamente vuoto, e, al suo sguardo perplesso, Dustin Hofmann rispose che aveva bisogno di quei 5 dollari perché gli altri soldi erano destinati ad altro.

L’aneddoto ci mostra come funziona il nostro cervello quando pensiamo al denaro; 100€ del nostro reddito o avuti in eredità o trovati sul marciapiede mentre camminiamo dovrebbero avere lo stesso valore per noi (in economia si parla di fungibilità del denaro).

Tuttavia assegniamo un differente significato al nostro denaro per come lo riceviamo e per cosa lo destiniamo, attraverso una differente partizione in conti mentali, ognuno con una diversa tolleranza al rischio.

Questo fenomeno si chiama contabilità mentale (mental accounting) e spiega come riflettiamo sul denaro e come prendiamo decisioni in contesti complessi come quello finanziario. Dobbiamo fare molta attenzione a riguardo, poiché  da alleato nella costruzione dei nostri risparmi ed investimenti futuri, il mental accounting può portarci a sperperare i nostri soldi.

La divisione del denaro per obbiettivi agevola la costruzione di un rigoroso metodo di investimento, rendendoci precisi e costanti nell’accantonamento del denaro; per esempio, l’accumulo dei nostri risparmi in un fondo pensionistico ci potrebbe far percepire quei soldi come “non disponibili fino alla pensione”, aiutandoci ad avere un considerevole montante alla fine della nostra carriera lavorativa.

Ma, attenzione!

Se costruiamo schemi troppo rigidi negli obbiettivi corriamo il rischio di perdere ottime opportunità di investimento o  di essere restii a spese necessarie, diventando troppo conservatori e incapaci di modificare la pianificazione in caso di un’evoluzione della nostra situazione finanziaria.

Nel controllare la nostra contabilità mentale dobbiamo stare anche attenti a come interpretiamo l’origine dei nostri soldi. Saremo più propensi a spendere soldi che derivano da un guadagno inaspettato piuttosto che a quelli del nostro sudato stipendio, solitamente destinati al pagamento dei bisogni primari (mutuo, bollette, cibo etc).

Una concezione errata di come riceviamo il nostro denaro può portarci a scelte avventate o non utili alla nostra gestione dei risparmi.

Per esempio, quando ci ritroviamo a pagare con la carta di credito, siamo più propensi a spendere generalmente di più e una quantità maggiore per uno stesso bene/servizio che pagheremmo in contanti; ciò è dovuto al fatto che con la carta di credito non dobbiamo compiere la “fatica” di tirare fuori i soldi.
Avviene una attenuazione del rimorso per una spesa non prevista o non pianificata e corriamo il rischio di diventare più inclini spendere, perdendo occasioni per risparmiare o per gestire adeguatamente i nostri investimenti.

Occorre sempre bilanciare l’interpretazione dei nostri conti mentali, non cadendo in una conservatorismo che non ci porti a fare giuste scelte di spesa o di investimento, ne ad essere troppo veloci nell’utilizzo del denaro o pigri nel risparmio.

La fungibilità del denaro ha senso solamente in un modello teorico, dove tutti le persone agiscono in modo esclusivamente razionale.

Nel mondo reale dobbiamo prendere decisioni in contesti molto più complessi, dove le emozioni giocano un ruolo importante e, a volte, ci portano a commettere errori o a scelte irrazionali (come quella dei barattoli di Hoffman).

Per questo ricordiamoci sempre di dare un equilibrato significato ai nostri soldi.
Che ne pensi? Sei d’accordo? Lascia un commento e parliamone insieme!
Un saluto,

Emanuele

Fonti e Approfondimenti
B. Alemanni, La finanza comportamentale, Egea s.p.a., Milano, 2015
P. Legrenzi, A. Massarenti, L’economia nella mente, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2016
R.H. Thaler, C.R. Sunstein, La spinta gentile, Feltrinelli Editore, Milano, 2009
https://www.startingfinance.com/approfondimenti/behavioural-economics-conti-mentali/
https://www.youtube.com/watch?v=cqY8VWEZi6Q&list=PLyhLMpVKJsPvKQ8k_lG2sUVWb8s8bjUW7&index=9
https://www.youtube.com/watch?v=YdPjGi2z6Ok