Come si investe il denaro a seconda del paese di provenienza
Dimmi da dove vieni ti dirò che investitore sei.
Ebbene sì: a seconda del paese di provenienza, le persone curano i propri soldi e a investono in maniera diversa.
Una ricerca fatta da Morningstar Inc. evidenzia come, a seconda del tipo di società in cui cresci e dalla nazione in cui ti trovi, cambiano i tempi, gli asset e le priorità d’investimento delle persone.
Lo studio è stato fatto su 14 mercati internazionali, tenendo conto di fattori come pratiche locali, normative finanziarie e i prodotti che vengono offerti dai vari istituti.
C’è chi inizia prima…
Lo studio rivela come siano fattori determinanti per il modo di investire il tempo e il come intendi creare la tua futura pensione.
Infatti, nei paesi anglofoni come USA, Australia, Regno Unito e Nuova Zelanda, dove esistono sistemi pensionistici a contribuzione definita, le persone iniziano prima a investire e, avendo molto tempo disponibile per far crescere i propri risparmi, tendono a comprare asset più rischiosi come le azioni, utilizzando fondi domiciliati nei propri paesi.
…e chi invece parte dopo
Al contrario, nei paesi con un forte sistema pensionistico pubblico e forme di previdenza a prestazione definita, le priorità sono diverse.
Prima di tutto, ci si affaccia sui mercati molto dopo rispetto hai paesi anglofoni.
Inoltre sono differenti gli asset che vengono utilizzati: vengono preferiti di più strumenti meno rischiosi e che possano fornire una protezione dei risparmi ed un flusso di soldi regolare.
In Italia?
Nel nostro paese è ancora diffuso un approccio d’investimento conservativo e prudente.
L’investitore italiano infatti, ripone i suoi risparmi soprattutto in depositi bancari/postali, strumenti a reddito fisso (come per esempio i Titoli di Stato) e prodotti assicurativi.
I motivi sono molti.
Prima di tutto demografici: la maggior parte dei soldi in Italia è detenuto da persone che hanno superato i 60 anni, legati a strumenti d’investimento “tradizionali” come i BTP e gli immobili.
Ma esistono anche fattori culturali.
L’Italia è tra i paesi con più scarsa cultura finanziaria al mondo; sappiamo benissimo come risparmiare, ma non possediamo ancora del tutto gli strumenti e le conoscenze per poter gestire con efficienza il denaro accumulato.
Anche se la propensione verso nuove forme di gestione è aumentata grazie alla diffusione dei fondi comuni d’investimento, nel mercato italiano la fanno ancora da padrone gli asset tradizionali: il mattone e i titoli obbligazionari.
Che cosa possiamo imparare dalla ricerca di Morningstar?
Sicuramente che il tipo di società e di cultura in cui ci troviamo possono influire sulle nostre scelte finanziarie.
Ci sono sistemi sociali che stimolano maggiormente le persone ad affacciarsi prima verso i mercati finanziari e a ricercare asset più dinamici con cui far crescere i risparmi.
Altri che, invece, aiutano maggiormente le persone per le loro spese e tendono a spingere i risparmiatori verso asset più conservativi.
In Italia ci posizioniamo tra quest’ultimi, con un rischio in più: tendiamo a concentrare la maggior parte dei nostri soldi su pochi strumenti d’investimento (in prevalenza gli immobili), diversificando poco il portafoglio e dipendendo da pochi asset.
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Un saluto,
Emanuele
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