Cosa sono i tassi di interesse
I tassi di interesse vengono stabiliti dalle autorità monetarie nazionali o internazionali; essi rappresentano il costo del denaro con cui gli istituti di credito prendono i soldi in prestito dalle banche centrali di riferimento (per esempio la BCE per l’Unione Europea o la Federal Reserve per gli USA).
Questa liquidità serve alle banche per fare il loro mestiere: fornire denaro a privati o aziende per i loro obbiettivi di acquisto o investimento.
A questi finanziamenti le banche applicano un margine (chiamato in gergo spread), ovvero ciò che rimane come guadagno tolto gli interessi che devono alle banche centrali.
Quindi è facile comprendere che se i tassi di interesse ufficiali sono alti, anche il costo delle rate di mutui/prestiti dovranno alzarsi; al contrario, se avviene una diminuzione dai tassi interesse, il costo dei finanziamenti avrà un calo.
Come i tassi si legano all’inflazione
La questione dei tassi di interesse si sente spesso parlare quando riappare l’inflazione, ovvero l’aumento dei prezzi di beni e servizi.
Perché?
Il fatto è che le banche centrali hanno la necessità di tenere sotto controllo il carovita, affinché non diventi un fenomeno permanente e non destabilizzi l’intero sistema economico.
Difatti, quando il costo del denaro è molto basso (situazione vissuta, per esempio, dopo la crisi della Lehman Brothers nel 2008) i consumatori vengono spinti a far girare denaro e ad acquistare prodotti.
In questo modo, forti dei vantaggi potenziali, i produttori tendono ad aumentare i prezzi delle merci, innescando una spirale al rialzo dell’inflazione.
Aumentando il costo del denaro, le banche centrali si pongono l’obbiettivo di far diminuire la moneta in circolazione e di contenere il possibile aumento dei prezzi di mercato.
Che cosa centra l’inflazione?
Si parla quasi sempre di potere d’acquisto quando c’è un rialzo dei prezzi e una ripresa dell’inflazione.
Perché?
Detto, fatto: quando i prezzi dei prodotti salgono, si limita la disponibilità per le persone di comprarli.
Per cui se il carovita aumenta, la possibilità di spendere soldi diminuisce e, di conseguenza, il potere d’acquisto viene eroso.
Il risultato che si ottiene è che con le stesse somme di denaro, si possono acquistare un minor numero di beni e si accede ad un minor numero di servizi rispetto al passato.
Va di per se che il rischio di un aumento delle disuguaglianze diventa sempre più alto poiché, in una situazione del genere, le fasce della popolazione più colpite sono quelle dal reddito medio-basso.
Le conseguenze per L’economia e gli investimenti
Per le persone, che conseguenze ha il rialzo dei tassi?
Dopo anni passati con crescita economica bassa e prezzi altrettanto bassi, subito dopo la pandemia del Covid-19 si è avuto un impennata della ripresa economica, con un rialzo importante dell’inflazione.
Per far si che questo rialzo del caro vita non degeneri, sia la BCE che la Federal Reserve stanno, ancora oggi, portando avanti una politica di rialzo dei tassi di interesse.
Le conseguenze più visibili riguardano prestiti e mutui: oggi indebitarsi costa di più.
Se i tassi di riferimento aumentano, aumenteranno di conseguenza anche i tassi offerti dalle banche per un finanziamento; quindi, accedere ad un mutuo per comprare una casa sarà più difficile e le rate mensili saranno più alte.
Ripercussioni possono esserci anche per il mercato del lavoro.
Alle aziende costerà di più trovare un finanziamento per un proprio progetto; in questi casi, investimenti e nuove produzioni vengono molto spesso eliminati, se non posticipati, provocando un calo delle assunzioni e della produzione.
A farne spese sarà l’economia in generale, con un possibile rallentamento della crescita.
Sai come proteggere il tuo stile di vita da un possibile rialzo dei prezzi e dei tassi?
Contattami per una consulenza gratuita e vediamo come poter pianificare la protezione del tuo denaro.
Ti aspetto!
Un saluto,
Emanuele